Il Moro Monza

Ristorante “Il Moro” – un cuore siciliano a Monza

Uno scrigno ricolmo di antichi sapori e pregiati prodotti enogastronomici, come solo una terra di prorompente bellezza può donare. Questo è il pensiero una volta uscita dalla cucina del ristorante “Il Moro” a Monza. 

Salvatore, Vincenzo e Antonella (I Butticè ), tre fratelli, siciliani DOC decidono nel 1996 di portare una parte della loro terra in Lombardia. Originari di Raffadali, in Agrigento, città le cui caratteristiche formano i pilastri su cui si basa la filosofia culinaria de “Il Moro”.

Ho avuto l’opportunità di trascorrere una mattinata in cucina con lo chef Salvatore Butticè insieme ad altri Blogger. Mi colpisce sin da subito la voglia di Salvatore di trasmettere la sua passione per la cucina, gli ingredienti genuini ed il rispetto per la terra.

La cucina deve emozionare, occorre creare un contatto con il piatto, un trait-d’union tra il cuoco, il commensale ed il cibo servito. Un piatto emoziona quando si attribuisce agli ingredienti utilizzati un valore simbolico ed emotivo.  Si parte, dunque, attribuendo al terreno da lavorare un valore significativo. Se la terra non viene lavorata bene non si può ottenere un buon prodotto. A completare la loro filosofia troviamo, quindi l’idea di portare a tavola un ottimo piatto nel rispetto della natura e dell’ambiente, valorizzando la materia prima a 360°.

Il pensiero culinario dei Butticè si radica in una cucina semplice, mediterranea e siciliana, che rispecchi un equilibrio dal punto i vista visivo, olfattivo ed uditivo. Si mangia, infatti, prima con gli occhi, poi con il naso e poi con le orecchie. Infine, con il gusto. Conseguentemente è naturale la nostra aspettativa nei confronti del piatto.

Il commensale (o l’ospite, come viene definito da Salvatore) viene visto come il soggetto più importante all’interno del ristorante. Questo dato di fatto lo capiamo subito, perché non appena entrati nel locali ci viene servito un caffè accompagnato da del gelato di mandorle e dei cannoli. La cura e la qualità delle materie prime ci accompagneranno per l’intera giornata.  

Entriamo in cucina, veniamo divisi in coppie e ad ognuno corrisponde una postazione: antipasto, primo e secondo.

La pazienza di Salvatore è infinita e pure la voglia di spiegare e trasmettere. La passione è talmente tanta che questa viene plasmata e finisce rispecchiata nei nostri piatti. Un paio d’ore dopo avevamo preparato come antipasto una Tartare di spada su salsa alle more aromatizzate alla lavanda  con crumble di castagne. Come primo dei paccheri con pomodoro Pachino, bisque di gamberi e tartare di gambero rosso di Mazzara. Infine un branzino sfilato con patate e pomodorini. Ingredienti semplici e genuini, ma di una bontà unica. 

Pensavamo di aver finito, ma nessun ospite saluta la Sicilia senza aver prima assaggiato una fetta di pane, olio e gelato di pistacchi (salato). Non dimentichiamo le radici, non dimentichiamo le nostre origini. Queste ci renderanno persone più ricche. 

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